Molteplici sono le azioni che quotidianamente ognuno di noi svolge dandole per scontato in quanto ormai acquisite nel tempo ed automatizzate; nella maggior parte dei casi, nell’eseguirle, non ci si ferma quasi mai ad attenzionarle e a riflettere sull’importanza che anche la più semplice custodisce. L’origine stessa di un atto comunicativo o di un movimento è ampiamente complessa, anche se volessimo solo considerarne l’aspetto più anatomo-funzionale.
Al contrario, per coloro che vivono con una disabilità, diverse attività di vita quotidiana richiedono uno sforzo maggiore, tale per cui non raramente si rende necessaria l’acquisizione di strategie e ausili che fungano da facilitazione per il raggiungimento dell’autonomia.
La tecnologia, se per molti può esser considerata uno strumento minimizzatore dell’impegno mentale e fisico, per chi è portatore di una disabilità spesso diviene lo strumento attraverso il quale è possibile esprimersi, provvedere a sé stessi, realizzare i propri sogni e le proprie aspettative future.
Quando si parla di tecnologie assistive si fa riferimento a tutti quei prodotti utilizzati da (o per) persone con disabilità al fine di migliorare l’autonomia funzionale e la qualità della vita, nonché la partecipazione negli ambiti della cura del sé, della produttività e del tempo libero.
La branca in questione rispecchia quella che è la visione dell’ ICF – Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (vengono considerati tutti i fattori che possono ostacolare o facilitare il funzionamento della persona, non solo la presenza di una menomazione fisica, cognitiva o sensoriale) e quanto espresso dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2009), rispetto all’importanza ed al diritto di accesso ai servizi ed alle tecnologie utili alla persona, senza alcun tipo di discriminazione a garanzia delle pari opportunità.
Da ciò si evince come sia estremamente ampio tale dominio, in quanto non solo si limita a comprendere gli ausili tradizionali, ma anche le tecnologie più avanzate e gli adattamenti ambientali; non necessariamente si tratta di soluzioni appartenenti al mercato speciale, in quanto spesso si ricorre anche a prodotti del mercato comune.
In virtù di ciò, è pressoché impossibile sviscerare l’argomento completamente, motivo per il quale si farà riferimento solo ad alcuni degli elementi pertinenti al sorprendente mondo degli ausili, tralasciando componenti che meritano un approfondimento.
Tuttavia, è opportuno specificare che:
- gli ausili tradizionali includono quelli per la mobilità (come le carrozzine), per i trasferimenti e per l’espletamento delle attività di vita quotidiana (attività di cura del sé e igiene personale, abbigliamento, alimentazione);
- Per ausili tecnologici si intendono non solo una serie di dispositivi tecnologici, ma anche programmi, cui aree di impiego sono molteplici e le finalità tra le più svariate.
- L’adattamento ambientale riguarda, invece, la modifica degli accessi agli spazi, degli arredi e degli edifici, in modo che questi non fungano da barriera alla persona.
Il tutto, dunque, si inserisce in una dimensione di sistema che valica la semplice assegnazione di un apparecchio a favore di un’idea per la quale, al fine di superare la disabilità, occorre trovare diverse soluzioni utili alle esigenze individuali e alle problematiche della persona.
Nello specifico, il campo degli ausili tecnologici, si dirama in diverse propaggini, offrendo una miriade di possibilità in base al tipo di limitazione (motoria, sensoriale, cognitiva) e alle priorità dell’individuo coinvolto. Come accennato precedentemente, diversi sono gli ambiti nei quali tali sussidi forniscono disparate possibilità.
Nell’area della comunicazione, è possibile usufruire sia di soluzioni a “bassa complessità” (sistemi semplici e pratici, privi di una componente elettronica) che di ausili ad “alta complessità” (sistemi elettronici e tecnologicamente avanzati). Nel primo caso si tratta generalmente di ausili costruiti con materiali comuni (velcro, plexiglass, carta, stoffa); possono consistere in tabelle, quaderni, tavolette (e molto altro) sui quali si applicano lettere, numeri, simboli o immagini. La selezione del contenuto può avvenire attraverso l’indicazione da parte della persona, o attraverso l’uso dello sguardo; in quest’ultimo caso si interpone un supporto di materiale trasparente, tra la persona e l’interlocutore, sul quale sono apposte le lettere, i numerosi o i simboli che l’individuo sceglierà con lo sguardo, mentre l’interlocutore indicherà quanto compreso. Appartengono a questa categoria ausili come l’ETRAN (Fig. 1) o il quaderno VELMAT (Fig. 2).
Per quanto riguarda, invece, gli ausili ad alta complessità, questi includono i comunicatori (Fig. 3, F. 4), ovvero dispositivi che permettono, in base alla tipologia (alfanumerici, simbolici o dinamici), di: registrare un messaggio vocale e di riprodurlo all’attivazione di un pulsante o sensore; di scrivere un testo tramite una tastiera e di pronunciarlo ad alta voce tramite sintesi vocale; di visualizzare i contenuti su un display (di PC o tablet PC) e di selezionarlo tramite tocco, puntamento oculare, sensori con selezione a scansione, grazie all’ installazione di software dedicati.
L’uso ed il controllo di tali dispositivi dipende, dunque, dalle possibilità della persona: il mercato “speciale” offre un’ampia gamma di: tastiere (Fig. 5), tra cui quelle con tasti più grandi, quelle semplificate, emulate (visibili sul display); emulatori di mouse (Fig. 6), nonché prodotti che pur avendo le funzioni di un mouse presentano una struttura alternativa (joystick, trackball, puntamento con il capo o lo sguardo); laddove non è possibile la selezione diretta del contenuto (come nei casi precedenti), si può ricorrere anche all’uso di sensori (Fig. 7) , elementi di comando semplice che permettono di controllare uno strumento elettronico. Se ne distinguono di diverso tipo, sulla base del modo in cui vengono azionati; ad esempio attraverso la pressione (Fig. 8), lo sfioramento, il soffio (FIG.9), un suono emesso dalla persona o un movimento. Esistono in commercio anche delle interfacce per il riconoscimento vocale, le quali traducono la voce in contenuto digitale.
L’area del controllo ambientale e della domotica è anch’essa un settore abbastanza ampio che meriterebbe una spiegazione maggiormente dettagliata degli elementi che erigono la struttura. Tali apparecchiature permettono il controllo e la gestione degli spazi domestici e di quanto ivi compreso, in semplice ed automatica; ad esempio, è possibile accendere/spegnere luci, elettrodomestici, aprire/chiudere porte, finestre, cancelli, alzare/abbassare tende, persiane e tapparelle, gestire dispositivi elettronici (TV, radio), sistemi di allarme, telefonia e molto altro. Possono essere azionati in diverse modalità, tra cui telecomandi semplificati (con tastiere molto grandi, illuminati o con simboli), universali programmabili (da un solo telecomando si controllano più funzioni ambientali), a scansione; sistemi di controllo vocale (riconoscimento vocale); PC tablet e smartphone; comando integrato della carrozzina elettronica (attraverso il dispositivo utilizzato per guidare la carrozzina, si possono controllare alcune funzioni ambientali). L’attività di comando può anche essere resa automatica, attraverso l’uso di sensori di presenza e movimento, timer programmabili, interruttori crepuscolari (consentono l’attivazione automatica del sistema illuminazione al calare della luce naturale di un ambiente). Se i dispositivi e vari impianti della casa sono integrati in un sistema, si rientra nel campo di applicazione della domotica; l’impianto domotico, tramite l’uso di tali apparecchiature, permette la gestione e l’attivazione, anche da remoto, degli impianti domestici.
Anche l’area della produttività (lavoro, scuola) e del tempo libero si avvale dei dispositivi e delle modalità di controllo sopra menzionate, attraverso l’uso di software specifici per la didattica e l’apprendimento (FIG.10) (scrittura, lettura, calcolo, disegno, …), la mansione lavorativa ed il tempo libero (gioco, svago). La scelta, come negli altri casi, dipende dalle difficoltà e dai bisogni della persona con disabilità. Anche le funzioni di accessibilità standard dei sistemi operativi possono garantire una facilitazione importante in relazione alla limitazione presente; un esempio possono essere la regolazione dei contrasti, l’ingrandimento dello schermo o del puntatore, la sintesi vocale o lo screen reader (lettura del testo).

Inoltre, è possibile navigare su internet, utilizzare social network o altre piattaforme, così come svolgere attività più raffinate quali la composizione di musica. A tal proposito, basti pensare alla South-West Open Youth Orchestra, composta da persone con disabilità, anche grave, che grazie a software sofisticati e strumentazione adattata possono realizzare ed esprimere la propria attitudine artistica.
Tuttavia, sussiste una forte correlazione tra gli ambiti analizzati: l’insieme dei dispositivi a supporto della comunicazione, può essere impiegato anche nelle aree di produttività e tempo libero, così come nel controllo ambientale. Se nel primo caso si tratta di comunicazione interpersonale interattiva o non interattiva (un’interazione con una persona terza non in tempo reale), nel secondo consta in una comunicazione con il dispositivo da controllare attraverso un comando, controllo che può essere attuato come si è visto con la modalità più confacente all’individuo.
Ciò che risulta essere fondamentale, non è il mezzo con il quale si effettua un’azione, ma il raggiungimento del fine che la persona si pone nella vita di tutti i giorni, fine che le permette di autodeterminarsi e vivere una vita in autonomia.
Riferimenti bibliografici:
Caracciolo A., Redaelli T., Valsecchi L. (2008) “Terapia occupazionale. Ausili e metodologie per l’autonomia”. Ed. Raffaello Cortina
Immagine in evidenza di Paul Blakemore.