Solitudo

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Non più aliterà il tuo spiro,
come un mantice, tempesta divenne,
questa foglia asolata dal vento,
che nel sole orava solenne
una requie di quieto respiro.

A che sole orava l’accento?
Ma dacché no mercede dal ramo mescea
cosicché sola e da fronde lontana
del picciuolo una vela facea
E libera traeva alimento.

E tu vento, che solo dissolvi i solinghi ai viali
nel tuo velo sprofonda la notte dei giorni
di chi solingo s’abissa a baciarne i fondali.

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