Sibari: fra testimonianze Greche e Romane

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Le origini di Sibari

Fondata dagli Achei e considerata la città più potente e più importante della Magna Grecia, Sibari si sviluppava lungo due fiumi: il Crati e il Coscile. Sibari può essere definita una città stratificata poiché distrutta nel 510 a.C. dai Crotoniati e rifondata nel 444 a.C., sotto il nome di Thuri per poi essere chiamata, nel 194 a.C.,  Copiae . Ma come facciamo a sapere tutto questo? Dobbiamo sapere che nell’attuale Sibari sono collocati gli Scavi Archeologici e il Museo Nazionale della Sibaritide che contengono le testimonianze di ciò che è avvenuto in questa terra.

Un giro all’interno del Parco Archeologico

All’interno del Parco Archeologico ci sono diverse aree di cantiere: Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casa Bianca e Parco dei Tori o Stombi. Ciò che oggi possiamo confermare appartenga a Sibari è poco. Ma perché non riusciamo ad ottenere altre informazioni su Sibari? Semplice, i ritrovamenti sono pochi e non permettono di affermare quanto scritto in molti testi.

Infatti le uniche tracce ritrovate sono il muro del teatro di Copiae e la testina arcaica. Ritrovamenti maggiori sono stati effettuati nel Cantiere Parco dei Tori, fra cui resti di case in mattone crudo intonacato, coperti da travi in legno su cui poi venivano poggiate le tegole, varie ceramiche, una fornace utilizzata per la cottura dell’argilla e un pettorale in lamina di argento e oro.

 

Thuri nelle mani di Ippodamo di Mileto


Arriviamo quindi a parlare della parte più importante per quanto riguarda l’ aspetto urbanistico e architettonico della città: Thuri. Essa venne fondata sui resti di Sibari grazie a Pericle, il quale affidò l’incarico di costruire la nuova città a Ippodamo di Mileto.

Ippodamo di Mileto, come tutti noi sappiamo, fu un grande filosofo, architetto e considerato il padre dell’urbanistica moderna. Lo schema Ippodameo prevedeva, in generale, tre assi longitudinali orientati in senso est-ovest che intersecavano gli assi perpendicolari orientati in senso nord-sud. Con ciò si ottenevano isolati rettangolari legati insieme da una maglia formata da strade principali e strade secondarie.

L’ urbanistica di Thuri

Secondo lo storico Diodoro Siculo, la città è divisa per mezzo di ampie arterie ortogonali dette plateiai, ovvero le strade principali. Quattro di esse disposte nel senso della larghezza della città (est-ovest) e tre nel senso della lunghezza (nord-sud).

Fra le plateiai s’intersecavano dei vicoletti denominati stenopoi, creando una fitta ma ordinata maglia urbana formando così un impianto a scacchiera.
Thuri poteva permettersi un piano urbanistico ben calcolato poiché lo scopo dell’urbanistica di Mileto, era quello di dare una pianta logica e funzionale alle città democratiche. Inoltre, voleva assicurare una buona abitazione su strade armoniose a tutti i cittadini sulla base dell’uguaglianza che era proprio espressione di democrazia.

Entrando nel dettaglio, dopo vai studi effettuati da F. Castagnoli, se osserviamo l’area di cantiere Parco del Cavallo, notiamo la presenza di altri elementi che confermano quanto scritto da Diodoro Siculo: le plateiai sono sette! Castagnoli approfondisce poi, all’interno del cantiere Parco del Cavallo, il ritrovamento di due plateiai che s’incrociano: una larga 13,00 metri in direzione nord-sud e l’altra lunga 6,40 metri in direzione est-ovest, entrambe adiacenti al teatro e tre stenopoi larghe 3,00 metri distanti tra essi 37,00 metri e parallele a quest’ultima plateiai citata.

Mentre nel cantiere Prolungamento Strada, oltre al prolungamento della plateiai est-ovest, è stato scoperto anche un incrocio con un’altra plateiai perpendicolare e larga 6,00 metri. Ma per capire lo sviluppo urbano della città, si sono effettuati degli scavi a sud delle terme per verificare l’esistenza dell’agorà, conosciuta da noi come piazza, in quanto dai carotaggi risultava una vasta zona priva di monumenti.  

Il Teatro di Copiae 

Uno degli elementi significativi è il Teatro di Copiae che ricade nell’area di cantiere Parco del Cavallo. L’architettura presenta una piccola orchestra di forma semicircolare al centro, pavimentata con lastre di marmi bianchi e colorati.

All’interno, tramite un parapetto curvilineo in marmo bianco, è stato ricavato un corridoio, il balteus che funge da accesso inferiore alle gradinate, dette cavea. All’orchestra si poteva accedere tramite due ingressi laterali: aditus maximi ricavati alle due estremità della cavea stessa con passaggi coperti con volta a botte.

Al corridoio si poteva accedere anche tramite delle scalinate laterali ricavate negli spazi degli aditus maximi. La cavea termina con un porticato, mentre il palcoscenico, pulpitum è di forma rettangolare con il fondale architettonico della scena, scaeneae frons di tipo semplice, senza colonnato anteriore ma articolato dalla presenza di tre esedre semicircolari. 

Altri due ingressi sono posti lateralmente in diretto collegamento con due ampie sale, le basilicae. Per finire, alle spalle della scena, è posto un lungo ambiente, il post scaenium riservato alle necessità degli attori.  

Le terme di Copiae


Le Terme di Copiae sorgono nella parte sud-ovest del cantiere Parco del Cavallo. Una porta si apre a sud-est sotto un portico che si affaccia su una palestra. Si accede così ad un grande atrio (X) pavimentato con un mosaico bicromo ornato da quattro motivi a svastica centrali.

Verso la fine del I secolo a.C. si crearono due caldarie in pianta rettangolare (XII e XIII) a Ovest.
Nella fase successiva, ossia quella del II-III secolo d.C., si assiste alla definitiva monumentalizzazione delle terme: venne inserita una nuova vasca fredda (VII), venne realizzato a Nord un ampio cortile (II) largo quanto l’atrio e fiancheggiato da una viuzza e da una fontana a pianta semicircolare (IV).

Gli interventi della prima metà del IV secolo, furono finalizzati al rifacimento della pavimentazione e dei caldarie, ai restauri dei mosaici e inoltre venne creato un nuovo ambiente termale.

Tipologie edilizie: la Domus

Grazie agli studi effettuati durante gli anni e alle testimonianze di questi scavi, si è riuscito a stabilire anche la tipologia di casa che caratterizzava la città.

Le case di Copiae sono perlopiù private, con diverse botteghe dette tabernae. Molte avevano al suo interno, vani e vasche centrali per la raccolta delle acque piovane. Una delle testimonianze presente nel parco è la Domus al Nord del teatro.
Essa è l’unica architettura fra le case, che spicca fra tutte le altre a causa di diversi motivi: essa si estende su una superficie di 2400  m2 .

Fu costruita nel I secolo a.C., sopravvisse fino al VI secolo d.C. grazie ad ampliamenti che ne cambiarono via via l’impostazione planimetrica.

All’interno si possono notare ancora oggi testimonianze di pavimenti in mosaico, opus sectile, pitture e mosaico triclinio. 


In conclusione, da quanto letto, possiamo capire l’importanza sia a livello storico che culturale di questo Parco Archeologico che, ancora oggi, impressiona tutti i visitatori.  

Francesca Di Cicco

 

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