Lettera ai miei studenti

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Le cose che vorrei avervi insegnato:

Vorrei avervi insegnato che la vita vale, sempre e comunque, anche dopo una giornata no, anche quando avete l’impressione che il mondo vi stia crollando addosso, anche quando pensate che avete fallito, che non siete stati all’altezza di una situazione. LA VITA VALE. VOI VALETE.

Vorrei avervi insegnato che a riflettere non può essere soltanto lo specchio.

Vorrei avervi insegnato che essere ragionevoli è più importante che avere ragione.

Vorrei avervi insegnato che la dignità non muore con una brutta figura, le brutte figure fanno parte di noi. Quello che conta è lottare per dimostrare a voi stessi che si può sempre ricominciare.

Vorrei avervi insegnato che non si può sempre rimediare, ma sempre ci si può provare. E voi dovete sempre regalarvi una seconda possibilità.

Vorrei avervi insegnato a chiedere scusa. Tutti possiamo sbagliare, ma capire l’errore è ciò che conta veramente.

Vorrei avervi insegnato che la Verità rende liberi, sempre.

Vorrei avervi insegnato a togliere le maschere.

Vorrei avervi insegnato che il rispetto viene dal rispetto.

Vorrei avervi insegnato a guardare avanti e a vedere oltre il vostro naso. L’EMPATIA è la cosa più bella che possiamo indossare. Ogni giorno con tutti. Ognuno ha la sua storia.

Vorrei avervi insegnato che la fatica è la misura della bellezza.

Vorrei avervi insegnato a dire sì e a dire no, a far valere le vostre idee e a lottare per esse. Nessuno può imporvi di essere ciò che non siete e ciò che non volete essere.

Vorrei avervi insegnato che non è tutto bianco o nero: anche il grigio è interessante.

Vorrei avervi insegnato che amare non significa essere d’accordo su tutto: l’amore non annulla, moltiplica.

Vorrei avervi insegnato che non amare non può mai diventare ferire o distruggere.

Vorrei avervi insegnato a risparmiarvi il peso di odiare. L’odio non serve a nulla, l’amore sì.

Vorrei avervi insegnato a stare insieme, ma non per paura, ma per la voglia di farlo.

Vorrei avervi insegnato a chiedere aiuto, una carezza e che il dolore finisce.

Vorrei avervi insegnato a difendere l’umanità che c’è in voi, anche nel peggiore dei giorni. Siete tutti ragazzi meravigliosi, e anche per chi nasconde questa bellezza dietro una risposta acida, dietro un muso, dietro uno scatto di rabbia, io lo so come siete. Ho imparato a conoscervi e a interpretare anche i vostri silenzi.

Vorrei avervi insegnato che la giustizia non è mai vendetta.

Vorrei avervi insegnato che le parole sono un’arma potente, fate attenzione a come le usate. Le parole servono a costruire ponti, non muri.

Vorrei avervi insegnato l’opportunità del silenzio, quando non avete voglia di condividere.

Vorrei avervi insegnato che l’ironia salva la vita.

Vorrei avervi insegnato il pericolo dell’ignoranza, l’energia del sapere.

Vorrei avervi insegnato l’umiltà.

Vorrei avervi insegnato a camminare a testa alta, ma senza calpestare nessuno.

Vorrei avervi insegnato a cambiare le cose e poi a cambiarle ancora. E ancora. Perché la volontà è capace di spostare le montagne.

Vorrei avervi insegnato a correre, ma a fermarvi in tempo, quando bisogna fermarsi.

Vorrei avervi insegnato a non confondere felicità e facilità.

Vorrei avervi insegnato a imparare, costasse anni e fallimenti. Ma imparate.

Vorrei avervi insegnato a lasciare un segno, proprio come avete fatto voi con me. Tutto scorre, ma niente va via, se voi non lo volete.

Vorrei avervi insegnato a “leggere dentro”: le cose, le persone, le situazioni e non solo i libri di testo. Ogni persona ha un suo codice, un suo linguaggio, imparate a fare la parafrasi anche delle persone, non solo delle poesie.

Vorrei avervi insegnato a perdere tempo ma a non sprecarlo, vorrei avervi insegnato la leggerezza.

Vorrei avervi insegnato a praticare gentilezza, gratitudine e la terapia degli abbracci. I vostri sono stati la medicina più efficace per me.

Vorrei avervi insegnato a ridere: spesso. Fortissimo. A lungo.

Ci ho provato.

Voi tutto ciò e tanto altro lo avete insegnato a me.

Voi siete stati per me i più grandi insegnanti.

Voi mi avete insegnato la semplicità del linguaggio, la capacità di stupirmi per le piccole cose e mi avete dimostrato che la CASA non è un luogo fisico, ma un luogo dell’anima.

Voi siete stata la mia casa.

Ogni mattina quando entravo in classe mi bastava incrociare il vostro sguardo, il vostro sorriso per stare bene.

E anche in questa situazione di emergenza quei quadratini con i vostri volti sono stati per me ossigeno puro, ogni volta che faticavo a “respirare”.

Ricordate sempre ciò su cui abbiamo riflettuto in questi anni e non parlo di soggetto, complementi, verbi, Dante o il Decameron.

Parlo di voi, delle emozioni che ognuno è riuscito a provare e a tirar fuori.

Siate capaci di camminare da soli a testa alta, PERCHE’ NESSUNO DI VOI È INCAPACE DI FARLO. Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE. Non dimenticate che lo studio può cambiare la vostra vita perché vi rende unici. Ed è questa la vera libertà: essere liberi di scegliere perché potete fare qualsiasi cosa. Quindi ora continuate a crescere. Per me sarà bellissimo pensarvi e immaginare ciò che fate, ciò che siete diventati e sarò orgogliosa di ognuno di voi. Lo sono sempre stata. Nonostante tutto. Io rimango qui, al solito posto. E ricordatevi se qualcuno, qualcosa vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronta a lottare con voi, pronta a riprendere il cammino insieme, anche da lontano, perché voi siete parte di me, e io di voi. Ognuno di voi non è semplicemente passato, non è stato solo un numero sul registro, ma ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore (e nelle mie corde vocali!). Ricordate di scegliere sempre un obiettivo per la vostra vita e inseguitelo. Guardate sempre dentro di voi e troverete la strada giusta. E se un giorno vi capiterà di avere paura o di sentirvi persi, non vi fermate, andate avanti. Sempre. Non smettete mai di essere curiosi e di cercare il vostro posto nel mondo. Quel posto che vi rendere liberi e felici. In bocca al lupo ragazzi.

PS: quando sentirete la mia mancanza, se la sentirete, aprite il libro di letteratura, leggete qualcosa di Dante, Leopardi, Foscolo; fra quelle pagine ritroverete me.

Io me ne vado, ma resto qui. A fianco a voi, anche se non mi vedrete e soprattutto non mi sentirete, io ci sarò.

Alla mia cara 2° C – La vostra Professoressa Genovese!

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