Poeticamente, mi dibatto
in una pallida isteria,
annacquata in un battito
languido della memoria.
Un’ aspra, dolce, frenesia
di cianfrusaglie stipate,
che fanno da anestesia
a vicissitudini fuggite.
Un convulso spasmo,
che disperde la mente
e incatena l’orgasmo
d’un pensiero incoerente.
È la materia del pensiero
che, rumoroso, sento
farmi irrigidire per intero :
“Tutti amammo a stento”.