Il percorso evolutivo della muratura portante

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La muratura portante appartiene alla cultura tecnologica del costruire che ha caratterizzato la società civile dalle sue antiche origini fino a quando, con la Rivoluzione Industriale, si sono adottati nuovi materiali e nuove tecniche costruttive. 

Caratteristiche della muratura

FUNZIONE
  • portante,
  • tamponamento,
  • divisoria
MATERIALE
  • pietra naturale,
  • pietra artificiale,
  • laterizio,
  • ecc
POSIZIONE
  • in fondazione,
  • in elevazione
TECNICA ESECUTIVA
  • a secco,
  • legata con malta,
  • monolitica in conglomerato
COMPOSIZIONE
  • monostrato,
  • multistrato
FUNZIONE
  • portante,
  • tamponamento,
  • divisoria
MATERIALE
  • pietra naturale,
  • pietra artificiale,
  • laterizio,
  • ecc
POSIZIONE
  • in fondazione,
  • in elevazione
TECNICA ESECUTIVA
  • a secco,
  • legata con malta,
  • monolitica in conglomerato
COMPOSIZIONE
  • monostrato,
  • multistrato

Tipologia e modi ‘antichi’ della muratura

TIPOLOGIAMODI ‘ANTICHI’: OPUS
muratura in pietra naturale a secco
  • siliceum
  • quadratum
muratura in pietra naturale legata con malta
  • mixtum
  • vittatum
  • spicatum
muratura in pietra naturale a sacco
  • caementicium
  • incertum
  • reticulatum
muratura con elementi ‘artificiali’
  • latericium
  • testaceum
TIPOLOGIAMODI ‘ANTICHI’: OPUS
muratura in pietra naturale a secco
  • siliceum
  • quadratum
muratura in pietra naturale legata con malta
  • mixtum
  • vittatum
  • spicatum
muratura in pietra naturale a sacco
  • caementicium
  • incertum
  • reticulatum
muratura con elementi ‘artificiali’
  • latericium
  • testaceum

Spesso in questo articolo sentiremo parlare di Opus,  ma cos’è l’Opus?
Sappiamo che i Romani furono i maestri dell’ architettura e  dell’ingegneria. Tra le tante invenzioni e creazioni, spunta l’arte muraria. Essi, grazie a diverse tecniche costruttive, resero possibile un’architettura monumentale. Tutto questo per dire che nell’architettura romana il termine Opus indicava proprio la tecnica di muratura utilizzata.

Muratura in pietra naturale a secco

Si utilizzano lapidei di diversa grandezza messi in opera senza l’utilizzo di malta. Della tecnica in muratura in pietra naturale a secco, fanno parte due sistemi costruttivi: l’opus siliceum e l’opus quadratum.

Opus Siliceum

Tecnica diffusa tra il VII ed il IV secolo a.C. nell’Italia centrale e impiegata anche in altre epoche storiche. Consiste nel sovrapporre massi in pietra non lavorati o poco lavorati, di notevoli dimensioni, senza l’impiego di malta. Questa tecnica veniva utilizzata quando era richiesta un’elevata resistenza strutturale in quanto, lo stesso peso dei massi utilizzati, garantisce la stabilità delle strutture. L’opus siliceum poteva essere costruito secondo quattro maniere:
I maniera: si utilizzavano massi informi e schegge di pietra usate come cunei per eliminare vuoti eccessivi, creando una superficie continua;
II maniera: si utilizzavano poligoni irregolari con possibile finitura esterna e rustico bugnato e interstizi riempiti con scaglie.
III maniera: si utilizzavano poligoni regolari con fronte levigata e lati esattamente combacianti;
IV maniera: si utilizzavano trapezi con tendenza ai piani orizzontali discontinui.

Opus Quadratum

E’ una tecnica costruttiva antica comune a diverse civiltà, in ambito romano quest’ultima veniva utilizzata già nel VI secolo a.C. Si tratta di una tecnica costituita da blocchi di pietra tagliati in forma parallelepipeda e disposti a filari orizzontali. Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, possiamo individuare tre morfologie caratteristiche nell’opera quadrata, rispettivamente della civiltà greca, etrusca e romana.
 greca: i Greci utilizzano due differenti tecniche di opus Quadratum. La prima, prevedeva piani orizzontali di diversa altezza formati da elementi posti nel senso della lunghezza chiamati ortostati, alternati con un blocco nel senso della larghezza, detto diatono. La seconda tecnica, veniva impiegata per murature di spessore ridotto e prevedeva l’uso di soli blocchi posti per larghezza.

etrusco: i filari di conci sono di altezze differenti e ogni pietra ha lunghezza e larghezza diversa. Di solito ogni pietra ha forma quasi cubica, non molto grande, con parete esterna liscia e senza fori. I muri costruiti con questa tecnica, veniva generalmente addossati direttamente al terreno, così da prendere funzione di muro di contenimento.

romano: caratterizzato da filari con dimensioni alterne, in media una il doppio dell’altra, nella lunghezza e nello spessore. Questo sistema veniva utilizzato dai Romani nelle grandi costruzioni difensive o nelle fondazioni di grandi opere murarie.

Muratura in pietra naturale legata con malta

La malta venne inserita per regolarizzare i piani di posa e per poter inserire anche pietre irregolari e di ridotta dimensione. Questa tecnica muraria, prevedeva tre differenti modalità di impiego: opus mixtum, vittatum e spicatum.

Opus Mixtum

Si tratta di una tecnica edilizia romana e consiste nell’utilizzo di opera reticolata per la realizzazione della parete. Gli stipiti e gli angoli della parete venivano ammorsati con  opera laterizia. Inoltre si impiegavano scaglie e materiale di piccola pezzatura per eliminare i vuoti interstiziali.

Opus Vittatum

Questa tecnica prevedeva la disposizione di blocchetti a forma parallelepipeda con dimensioni ridotte a filari regolari. Era utilizzata anche in precedenza in costruzioni fuori da Roma, alternando elementi in laterizio ad elementi in pietrame, utilizzando molto spesso materiali reperibili sul posto. L’Opus Vittatum conserva esempi del suo impiego a Roma, in particolare le Mura Aureliane e in alcune province dell’Impero.

Opus Spicatum

Questa tecnica deve il suo nome alla disposizione alternata delle pietre che lo compongono: venivano messe in opera con una inclinazione di 45 gradi cambiando la direzione dell’inclinazione di ogni filare. Inoltre, veniva utilizzata per precisi elementi costruttivi, come per esempio nelle fondazioni o come tamponamento di aperture murarie esistenti.

Muratura in pietra naturale a sacco

Questa tecnica, prettamente romana, ha risolto in passato il problema della costruzione di murature di notevole spessore. Un muro costruito con questa tecnica era costituito da due paramenti esterni: opus incertum e opus reticulatum, separati da un interstizio chiamato opus caementicium.

Opus Caementicium

Utilizzata dai Romani dal III secolo a.C. in poi, era una tecnica costituita da un insieme di frammenti di pietra e di altri materiali simili che venivano legati con malta. Questa tecnica era usata principalmente per costruire le fondazioni e le murature in elevazione. A seconda del tipo di costruzione da realizzare, erano utilizzate due tecniche costruttive: la prima tecnica prevedeva la posa in opera degli inerti senza l’armatura lignea, la seconda invece, prevedeva l’utilizzo di casseforme lignee a perdere.
Nella foto, sottofondazione dell’ Arco di Tito a Roma.

Opus Incertum

Si tratta di una tecnica edilizia romana per la costruzione di muratura portante e per muri in elevazione privi di ‘funzione’ monumentale. Si tratta di una tecnica costituita da tre strati: prevedeva la costruzione contemporanea dei due paramenti esterni con pietre irregolari e giunti di malta con l’aggiunta di un nucleo interno in opus caementicium. In base alle pietre da utilizzare, si distinguono due tecniche: la prima, utilizzava pietre appena sbozzate di vario volume; la seconda utilizzava pietre regolari per ottenere maggiore omogeneità nella tessitura e negli spessori dei giunti di malta.

Opus Reticulatum

Questo tipo di tecnica risale alla civiltà Greca e utilizzato in modo diffuso nel mondo romano. Si utilizzavano dei cubetti in pietra particolari, chiamati cubilia, di forma tronco-piramidali e collocati con la base a vista e disposti con una inclinazione di 45 gradi. A volte si inserivano pietre diverse tra loro, creando una varietà di sfumature.
Questo tipo di tecnica scompare quasi completamente, nel corso del II secolo d.C. quando, un nuovo materiale, il mattone, prenderà il sopravvento costruttivo.

Muratura in elementi ‘artificiali’

Si tratta di una tecnica che prevede la disposizione di elementi laterizi o cementizi sovrapposti in filari regolari, con interposizione di giunti di malta che acquista la funzione di legante e livellante.

Opus Latericium e Opus Testaceum

Quando si parla di Opus Testaceum si fa riferimento a quella tecnica edilizia romana che utilizzava il solo mattone come elemento costruttivo e l’impiego di malta come collante. La tecnica dell’ Opus Latericium invece, utilizza un altro tipo di mattone: il mattone crudo, in latino later. Per capirci, il mattone crudo veniva lavorato ed essiccato al sole mentre il mattone classico, dopo la lavorazione, veniva cotto in appositi forni.
La forma del mattone, indipendentemente dal tipo di tecnica, era di tipo rettangolare e venivano inseriti per la costruzione del muro a filari alterni.

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