Luce gialla all’orizzonte,
ombre vaghe nella mente,
mi aggiro in casa stupefatto,
guarda lì, c’è lo Stregatto;
ho solo voglia di sparire, di ridere e poi morire,
perché non tutte le favole hanno un lieto fine.
Sai, forse te lo dovevo dire:
il cantastorie sta per dormire.
Vado avanti alla ricerca,
di una donna, senza fretta,
il cui nome non ricordo,
e di cui non me ne farà torto.
Entro in bagno, c’è uno specchio,
che mi dà un certo effetto,
che vuoi che sia? Che mi aspetto?
Il vero me non è così diverso.
Apro gli occhi e mi ritrovo,
con la faccia sento il suolo,
mi sento così solo,
una bottiglia vedo affianco,
probabilmente ho pianto.
Mi siedo e mi accovaccio,
prendo un libro tutto sfatto,
guardo in faccia la realtà:
sono il Cappellaio Matto.
Caro idem così diverso,
almeno tu hai la tua Alice,
e sai te lo potrei dire,
che almeno tu avrai successo,
perché è una storia senza fine.