Ambiente a misura d’uomo

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Dietro l’angolo, affianco ad ogni persona, è presente uno spazio verde, una Piantagione o un Parco, insomma un’area di Vegetazione, che di certo è parte costante della nostra vita. Nel corso degli anni, con l’evolversi, l’uomo ha cercato e talvolta ottenuto un predominio sulla Natura, manovrandola quando è possibile a suo piacimento, quasi a sfidarla e volerla portare al suo livello. Forse sarà stata la bellezza o la necessità, a dar spunto a questo intelletto. Fatto sta, che sotto gli occhi di tutti, nelle piazze o davanti le abitazioni, abbiamo un giardino o un semplice vaso di Fiori, che ci ricorda in qualche modo, quello che realmente non si può ottenere.

 

IL GIARDINO rappresenta un insieme di piante ornamentali o da frutto, progettato e coltivato in un determinato spazio ristretto, al fine di godere della sua presenza. Il verde pubblico, quella macchia che spunta nelle città, ne è un esempio. Questi sono luoghi dove ci si rigenera, ritrovando quel contatto perduto con la Natura, che sprigiona armonia e rafforza il rapporto che si ha verso di lei. Tuttavia, resta sempre qualcosa di artificiale, perché alla fine è creato e controllato dall’uomo, per l’esigenza di appagamento e soprattutto per abbellimento. Già, pensate alle opere cementizie, come sarebbero se tutto fosse lasciato in balia della semplicità dei materiali da costruzione?

Realizzare uno spazio decorato in una determinata maniera, aumenta in meglio il livello estetico del luogo, stuzzicando le esigenze psicofisiche dell’uomo. A tal punto, da rilasciare soddisfazione, che spesso diviene un vero e proprio bisogno istintivo.

Esso ha origini antichissime, che hanno accompagnato molti popoli della Terra, fino ad arrivare ai tempi nostri, sviluppando così delle suddivisioni in base a diversi connotati, che variano dal paese di origine o dall’ecosistema in cui si trova. Di solito cambiano la struttura e le piante che ne fanno parte, infatti la progettazione dipende dallo stile, come le piante dipendono dal clima.

Da qui nacquero denominazioni importanti, grazie alla creazione dei Giardini storici, situati presso le antiche ville della nobiltà, che accentuano la ricchezza e la raffinatezza della cultura, per lo più in possesso dalle famiglie benestanti di quei tempi.

Alcune principali sono il Giardino all’Italiana o alla Francese, in cui entrambi hanno caratteristiche geometriche, grazie all’aiuto delle siepi e alla precisione che si attua. Al contrario di quello Paesaggistico Inglese, che ricrea un ambiente più libero e lasciato a se stesso, nei suoi ristagni d’acqua. Molto interessante è anche il Giardino paesaggistico alla Cinese e alla Giapponese, dove si cerca di creare un Ambiente Naturale in miniatura, questo ci fa intuire il collegamento che si ha con la cultura del Bonsai. Invece in un Giardino Mediterraneo o Tropicale, troviamo specie che vivono nelle prossimità della propria zona geografica, con i colori, i frutti e gli odori del territorio. Inoltre un’altra tipologia è il Giardino Pensile, che si identifica per il suo mancato contatto con il suolo, tipo i tetti verdi dei moderni edifici, colmi di vegetazione adatte per questo caratteristico Ambiente. Quest’ultimo ci ricorda i comuni Giardini davanti porta, senza dubbio i più diffusi, in cui si racchiude la necessità dei parchi cittadini, la modestia dei piccoli vivai, dei vasi e decorazioni varie, che non mancano quasi mai ad ogni abitazione.

 

 

LA CURA e la dedizione che si ha nel gestire un giardino, pur piccolo come una pianta in vaso sul davanzale, è il risultato di un atto compiuto, tramite un pensiero che nasce dalla propria creatività, provocando un compiacimento.

Arricchire un luogo con i colori della Natura, rallegra l’animo e incentiva l’osservazione, tale che i particolari che caratterizzano la diversità delle cose, pian piano nella loro lentezza, escono fuori, riempiendo il bagaglio della pazienza.

In ambito naturalistico, ciascuno è il riflesso del proprio giardino, dove avviene il proprio operato, che rispecchia la possibilità di agire nel giusto o sbagliato. Intervenendo solo nei casi più opportuni e con le giuste tecniche, tipo l’eliminazione di parti secche, la gestione di erbe infestanti o uno sfoltimento della chioma di un Arbusto. Ma non si può assolutamente utilizzare erbicidi e capitozzature, è triste solo ad ascoltarne la pronuncia. Essendo delle pratiche ai limiti degli estremi, le probabilità che si hanno di uccidere Piante ed Animali sono molto alte, per questo è consigliato farne a meno.

In effetti l’ambiente non è facile da gestire e spesso oltre a quelle atrocità, si nota anche l’incuria. Si potrà sempre adoperare restringendo gli spazi delle piante, ma loro senza il costante intervento umano, se lo riprenderanno comunque, senza chiederne il permesso e questo non fa altro che parte dell’inganno di poterla controllare, basta poco per capire che l’uomo non è niente a confronto della forza della Natura.

 

FDM

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